martedì 17 dicembre 2013

Le carteddate


U’addore de cuette frevute, ca jenne la checine mè d’ aiire e de iosce e te fasce la vocche scketure scketure….

Le disc’t appccicat quanne pigghie la carteddate…..

U sapore de carteddate……

…….disc'ne  che iè Natale  


L’odore del  vincotto caldo , che riempie la mia cucina di  ieri e di oggi e ti fa venire l'acquolina …….

Le dita appiccicose quando prendi la cartellata ………

Il sapore inconfondibile e inimitabile delle cartellate………

…………fa capire che il Natale è vicino.

Le cartellate sono il dolce che riempie tutti i Natali, dalla mia infanzia ad oggi. Senza di esse non è Natale, anche se il Natale lo fanno le persone che ami e che condividono con te il sapore dei ricordi. E basta che una di esse non ci sia più che il Natale perde di serenità e il ricreare certi odori dei tuoi natali  ti fa più facilmente sorridere quando si  dice:< Ti ricordi quando….>

E’ il dolce tipico di Bari a Natale, non c’è famiglia che non abbia, sulla sua tavola, le cartellate.

 Nella tradizione cristiana, le cartellate  simboleggiano le fasce che avvolsero Gesù bambino nella culla.

Il nome deriverebbe da  carta, incartellate, incartocciate, per  la loro tipica forma arabesca, oppure deriverebbe dal greco kartallos cioè cesto a forma puntuta.

La prima raffigurazione grafica delle cartellate risale al VI secolo a.C. in una pittura rupestre ritrovata  nei pressi di Bari, in cui viene rappresentata la preparazione e l’offerta del  piatto colmo di cartellate, agli Dei, secondo il culto di Cerere.

Agli inizi del Cristianesimo erano preparate per invocare l’intervento benevolo della Madonna, durante i raccolti.

Le cartellate, o “Nuvole et procasso”,  sono citate in un documento redatto il 6 dicembre 1517, in quanto servite durante il banchetto nuziale di Bona Sforza, figlia di Isabella d’Aragona, con re Sigismondo I.

Nel 1762, le cartellate sono menzionate in un documento delle suore benedettine di Bari.


Ingredienti:


1 kg di farina tipo 00
1/2 l di vino bianco
150 gr di olio extravergine d’oliva Dante


Olio di semi di girasole per friggere Dante

Vincotto di fichi


Procedimento:


Versare la farina su una spianatoia e nel mezzo versare olio e vino intiepiditi precedentemente sul fuoco.





Lavorare il tutto formando una massa compatta.





Stendere delle sfoglie molto sottili (io le faccio utilizzando la macchina per la pasta).



Utilizzando la rotella tagliapasta. formare delle strisce larghe 4 cm.





Utilizzando ora le dita, unire a intervalli di pochi cm i lembi opposti di una stessa striscia, formando delle conchette.





Arrotolarla su se stessa formando una ghirlanda.









Lasciarle riposare anche per 48 ore, fino a quando saranno ben asciutte.



Friggere in abbondante olio caldo, lasciare appena dorare, toglierle dall'olio e metterle a scolare.







Riscaldare il vincotto di fichi e mettere le cartellate, girarle due, tre volte e toglierle subito e metterle in un recipiente di ceramica.



Suggerimento:
Riscaldate il vincotto a fiamma bassissima, in modo che non bolla mai e quindi, alla fine, non dia di bruciato. Per questo motivo, quando tolgo le cartellate dal vincotto, tolgo, anche se per pochi secondi, la padella dal fuoco.




5 commenti:

  1. che buone!!! mi ricordo ancora quelle che mi hai fatto. Baci e.... buon Natale!!!

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  2. Queste le ho mangiate! Sono veramente ottime ma non sapevo gli ingredienti. Niente uova e questo mi piace. Mi piacerebbe rifarlo ma dove lo trovo il vincotto di fichi?? Buon Natale Vanna! un bacio le tue cartellate faranno furore!!!

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    1. Il vincotto noi lo compriamo dai fruttivendoli, dai contadini! Da noi è facile trovarlo! grazieee!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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